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Nel secondo incontro su Pasolini, Angela Iantosca ha ospitato Elisabetta Malantrucco, ricercatrice, autrice, regista radiofonica e critico musicale.

L’argomento centrale dell’incontro, infatti è stato il rapporto tra Pier Paolo Pasolini e la musica, che influenzò così profondamente la sua arte, ma anche la sua vita.

La forza espressiva delle note musicali era ben nota all’artista, che ne apprezzava la potenza di ogni genere, e le conferiva un ruolo da protagonista in ogni suo film.

Elisabetta Malantrucco ha parlato dei suoi studi fatti sul tema, per comprendere come Pasolini fosse percepito dalla radio, andando a ricercare tutti i video in cui appariva con i suoi amici.

Ciò che emerge chiaramente è come la musica sia stata fondamentale nella sua storia personale, ed il suo rapporto profondo con ogni genere, da quella classica all’operistica, dalla folk a quella popolare, quelle che lui chiamava canzonette.

Del resto, la musica classica entrò molto presto nella sua vita, sebbene fosse solo un appassionato e non un esperto.

Nel suo film del 1966 “Uccellacci e uccellini”, con Totò e Ninetto Davoli, scelse di affidare la composizione della colonna sonora a Ennio Morricone, non limitandosi a mettere i titoli di testa, ma musicandoli.

Fedele al suo modo anticonvenzionale di vedere il mondo, Pasolini sceglie generi musicali e scene di film apparentemente in contrasto tra loro.

Come ricorda anche Angela Iantosca durante l’incontro, il regista utilizzò le note della Matthäus Passion di Johann Sebastian Bach come sottofondo della scazzottata in “L’accattone”, film del 1961.

Quella che è considerata una delle migliori pagine del repertorio bachiano, composta per esprimere il pianto e la sofferenza di Maria e delle altre donne ai piedi della croce, viene qui utilizzata per rappresentare una metaforica Via Crucis del povero che cerca di sopravvivere, una contrapposizione tra borghesia e proletariato, quest’ultimo visto come più puro.