Maria Grazia e Steve, due facce del cinema italiano
di Barbara Molinario
L’attrice Maria Grazia Cucinotta e il distributore cinematografico Steve Luccisano a lavoro insieme nel lungometraggio “Forse è solo mal di mare”, una commedia che racconta uno spaccato di quotidianità di una piccola isola del mediterraneo. Si parla anche di Tax Credit.
“Forse è solo mal di mare”, film diretto da Simona De Simone, scritto da Tommaso Santi e prodotto da Cibb. Film, nasce da un’idea di Matteo Querci. Quest’ultimo, regista pratese, dopo una permanenza nella piccola isola vulcanica di Linosa, in Sicilia, riversa il suo innamoramento per questo angolo di Mediterraneo nella pellicola, un’opera dove il territorio a fare da protagonista.
Maria Grazia Cucinotta, oltre ad essere un’affermata attrice, è una produttrice e così ci soffermiamo a parlare di un tema del quale si è sentito tanto e si capisce poco: il Tax Credit. “Per produrre un film indipendente come “Forse è solo mal di mare” il Tax credit da parte delle aziende è importante” ci racconta la Cucinotta “parlo da produttrice, permette di realizzare il film e farsi pubblicità gratuita, per le aziende e gli imprenditori che partecipano è un ritorno equo e diversificato, anche un modo per utilizzare la tecnica del product placement. Come dico sempre, un film dura per sempre, mentre una pubblicità dura solo trenta secondi.”
Ma come funziona il Tax Credit?
L’imprenditore partecipa in piccola parte e non deve pagare oltre la sua quota. Ma in questa occasione è andata male perchè c’è stato chi ne ha approfittato, chi ha promesso di partecipare e poi non ha messo i soldi… il Tax Credit è uno strumento importante che andrebbe sfruttato meglio, con più intelligenza.
Com’è la tua esperienza come produttrice?
È difficile da indipendenti fare i film; dopo il successo de “Il postino” mi sono spostata e ho aperto la mia società di produzione in America dove, se fai un buon prodotto hai anche la possibilità di avere una buona distribuzione. In Italia invece resti sempre un outsider, fuori dalla distribuzione, fuori dalla promozione… ma non mi sono arresa! Oggi, grazie al cielo, ci sono varie piattaforme sulle quali poter distribuire i film, come Netflix ad esempio, e per le case di produzione è aumentata la mole di lavoro e di richieste.
Come vedi il futuro? Come vedi l’Italia?
Finita l’avventura americana, ho cominciato quella cinese 14 anni fa, ho visto crescere il sogno cinese ed è lì il futuro. L’Italia è meravigliosa, una nazione, la nostra, numero uno per talento e creatività, ma è un museo anche inaccessibile. Le altre città nel mondo hanno un decimo del nostro patrimonio, ma riescono a sfruttare le proprie potenzialità creando un indotto economico che coinvolge anche il turismo. Basti pensare che con lo stesso tempo che impiego per andare da Roma a Messina, arrivo a New York. Quello per l’Italia è un amore bello e difficile e, come con un amante, se ti stufi vai altrove; io vedo l’Italia da fuori e farei fare un viaggio a tutti. Ci sono mille risorse, come i finanziamenti europei.
A distribuire nel mondo “Forse è solo mal di mare” l’imprenditore Steve Luccisano, cofondatore della Blue Penguin Film, società di distribuzione e servizi per il mondo del cinema. Oggi ricopre con grande orgoglio la posizione di Vice Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana Nord.
Sui media si è parlato molto degli imprenditori tessili di Prato che hanno investito in questo film…
Alessia Matteini Bresci, Stefano Betti, Alessandro Aiazzi, Roberto Gualtieri e la Produzione Esecutiva a cura di Riccardo Matteini Bresci. Questi sono imprenditori pratesi che, con grande coraggio e passione, hanno deciso di lanciarsi e rilanciare Prato nel mondo del cinema e sul grande schermo. A queste persone va il mio personale ringraziamento perché in questo momento storico non è affatto banale operare una scelta imprenditoriale di questo tipo. Prato, la Toscana e l’Italia in generale, hanno bisogno di queste iniziative indipendenti che dimostrano ancora una volta che siamo un paese di imprenditori veri, di uomini e donne coraggiosi con idee e entusiasmo.
Ci vuole più coraggio o più passione per produrre un film oggi in Italia?
Ci vuole un coraggio appassionato, ovvero l’incoscienza portata dal cuore. Non è un paese facile per fare gli imprenditori e questo lo sappiamo tutti, ma fare impresa nel mondo del cinema è ancora più difficile.
Come va l’industria cinematografica italiana?
Il settore è uno dei più affascinanti perché parla e arriva a tutti ma allo stesso tempo sta vivendo un forte cambiamento. Il Theatrical, cioè la distribuzione cinematografica in sala, ha vissuto e sta vivendo anni molto negativi in Italia in termini di incassi al box office. Si registrano dei dati lievemente positivi solo nel mese di maggio di quest’anno. Complici i titoli americani capitanati da Disney e Marvel, ma anche dai titoli che hanno avuto successo all’ultimo Cannes Film Festival. Ad aver contribuito all’andamento negativo del comparto “sala”, sono state sicuramente le nuove piattaforme di streaming come Netflix, Amazon Prime, Tim vision, Now Tv, Infinity che hanno registrato un +18% di abbonati in soli sei mesi nel 2019. Queste piattaforme non hanno solo spostato gli spettatori del grande schermo, ma hanno anche diminuito il numero di spettatori del piccolo schermo. Sono andati persi 341mila spettatori nel giorno medio e 832mila in prima serata. Questi dati però non mettono in crisi il settore. Anzi, al contrario, portano sicuramente un cambiamento al comportamento degli utenti.