La letteratura… Passato o futuro?
di Barbara Molinario
Intervista alla giovane scrittrice Federica Russo vincitrice della menzione speciale GI del Premio Campiello.
In Italia si scrive ancora, e tanto, ne è dimostrazione la grande partecipazione al Premio Campiello Giovani. Il Comitato di Redazione di Quale Impresa ha deciso di intervistare una scrittrice in erba, vincitrice della Menzione speciale Giovani Imprenditori Confindustria per la cultura di impresa con il racconto “Consigli di un saggio tra passato e futuro”, Federica Russo, 19 anni, nata a Cittadella.
Diplomata all’indirizzo di Scienze Umane al liceo Tito Lucrezio Caro di Cittadella, attualmente frequenta il corso di Lettere all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Partita con l’idea di studiare medicina veterinaria, oggi è convinta che la carriera di scrittrice le piacerebbe molto di più, anche se per ora la scrittura rimane un hobby, ci ha impiegato solo due settimane a comporre il racconto vincitore, che è la prima opera pubblicata di Federica Russo, che, fino ad oggi, ha sempre prodotto molto, ma ha sempre tenuto tutto per sé… a parte qualche articolo apparso sul giornalino della scuola.
Federica, di cosa parla il tuo racconto “Consigli di un saggio tra passato e futuro”?
In un futuro lontano, in un mondo a noi parallelo, un Saggio con mistici poteri accompagna il lettore in un viaggio attraverso un villaggio sospeso nel tempo. La continua ricerca di un profitto senza regole, la noncuranza e la distruzione che da queste deriva hanno portato la razza umana sull’orlo dell’estinzione, ed essa ora si ritrova a pagarne il prezzo.
Come mai hai scelto questo tema per il tuo libro?
Penso sia un tema molto importante che ora come ora è anche molto attuale. Così ho deciso di utilizzarlo per scrivere qualcosa in grado di far riflettere chi lo legge, ma nello stesso tempo di svilupparlo in un modo fantasioso, in linea con i miei interessi riguardo al genere fantasy.
Ti sei emozionata nel ricevere questo premio?
Sì, penso che il momento in cui ho ricevuto la notizia sia stato il più bello che ho vissuto finora, anche di più del ricevere il premio stesso. Dopo la conferenza, ho ricevuto un riverbero mediatico che sinceramente non mi sarei mai aspettata, ho fatto un’intervista al tg e sono stata invitata a numerose serate con assessorati alla cultura del mio Paese e di quelli limitrofi.
La scrittura è un momento dettato dall’impulso oppure è riflessivo e va trattato come un vero lavoro?
Per quanto mi riguarda, la scrittura è un momento creativo, e come tale è dettato dall’impulso del momento, che può essere stimolato da qualcosa che hai intorno e che cattura la tua attenzione, o semplicemente un pensiero che ti passa per la testa in quel momento. A questo però deve comunque seguire una fase di pianificazione in cui si organizza il tutto, almeno se si vuole creare qualcosa di organico. Altrimenti, basta solo scrivere.
Raccontaci di quando scrivi…
Di solito mi metto a scrivere nella mia stanza, o comunque in un punto della casa in cui c’è abbastanza silenzio e tranquillità. La sera è il momento in cui si scatena la mia immaginazione, perciò sfrutto quello e butto giù qualsiasi cosa mi capiti per la mente. Non seguo dei rituali particolari.
Attualmente vivi a Venezia, ti ispira nella tua scrittura?
Venezia è una città stupenda! Un’ottima ispirazione per paesaggi e ambienti particolari. A volte dai paesaggi escono dei personaggi singolari, con dietro una storia spesso e volentieri strana e contorta, e la trama poi si crea da sola.
Hai un altro libro in cantiere?
Attualmente ho ben due storie che vorrei sviluppare, una è già in corso d’opera. Si tratta di un romanzo fantasy che mi sta prendendo molto, soprattutto per le ambientazioni in cui si svolge. Nel frattempo sto buttando giù alcuni appunti per una seconda trama, questa volta di fantascienza, stile Matrix.
C’è un autore o un qualsiasi personaggio al quale ti ispiri?
In generale, ho tratto grande ispirazione da tutti i libri e romanzi fantasy che ho letto. Sicuramente Licia Troisi condivide con la Rowling un posto speciale nel mio cuore, anche se come ispirazione mi rivolgo più a Terry Brooks, le sue ambientazioni sono qualcosa di spettacolare. Per non parlare poi del buon vecchio Tolkien, che con Il Signore degli Anelli ha creato una storia a dir poco splendida.
Pensi che il mestiere di scrittore abbia un futuro nell’Italia di oggi?
Francamente, spero proprio di sì. La percentuale di lettori sta sicuramente diminuendo, ma ho l’impressione che quelli che restano siano lettori che ricercano un certo livello di qualità, ognuno nel genere che più preferisce.
Credi che si possa vivere di sola scrittura, oppure si deve sempre avere un altro lavoro per sostenersi?
Dipende molto da quanto si riesce a farsi conoscere dal pubblico, perché purtroppo commercialmente quello che conta sono i numeri. Quindi penso che sia sempre meglio avere qualcos’altro a portata di mano, per avere un minimo di sicurezza in più.
Dai un consiglio a chi volesse scrivere un libro oggi.
Non ho abbastanza esperienza per dare consigli. Una cosa che mi sento di dire è di scrivere molto, di trascrivere qualsiasi cosa che possa sembrare anche lontanamente utile al lavoro che si sta facendo e soprattutto di non buttare o eliminare nulla di quello che si è scritto.
Quali sono le tue prospettive per il futuro?
Mi è difficile dirlo al momento, soprattutto dopo aver cominciato l’università. La menzione speciale ha stravolto i miei piani, in meglio ovviamente, ma mi ha dato comunque molto da pensare.
Potete seguirla su Instagram al suo profilo federica.russo00.